Riscoprire con le arti sciamaniche la conoscenza dei popoli antichi della nostra terra, per comprendere il valore spirituale del nostro territorio che i nostri antenati hanno saputo attivare e coltivare, crescendo insieme ad esso ed alimentando in connessione con la Terra la vita e la ricerca spirituale.
Categoria: ATTIVITA’
Anima Selvaggia
L’anima selvaggia, incontro con l’animale alleato, creazione e attivazione bastone di potere.
Viaggio sciamanico sostenuto dal tamburo: incontro con l’animale alleato che in questo momento manifesta il nostro potere personale e la nostra pura anima selvaggia, con le qualità dell’animale che si è presentato cercheremo il legno adatto per realizzare il “bastone di potere” che rappresenti la sua energia come noi la percepiamo, che poi decoreremo e attiveremo nel workshop di arte sciamanica, affinché diventi il nostro strumento per contattare la sua “medicina”.
Il Fuoco del Cuore
Meditazione sciamanica in cerchio: il fuoco del cuore, viaggio nello spazio sacro del cuore. Creazione con elementi naturali del mandala di gratitudine al luogo.
In cerchio guidati dal suono del tamburo contatteremo le Sette Direzioni Sacre per ricevere il loro sostegno e riaffermare l’alleanza con la Madre Terra.
Entreremo nello spazio sacro del Cuore dove arde l’Eterna Fiamma dell’Amore, la scintilla del Grande Mistero che vive in ogni essere e dove è custodita la Visione o Sacro Sogno dell’anima che ci ha portato in questa forma umana. Riaffermeremo il nostro Proposito di Vita, il dono che siamo venuti a offrire a tutta la famiglia planetaria.
Infine, con gli elementi naturali che il bosco ci offre, creeremo un mandala per onorare e ringraziare gli spiriti del luogo che ci ospita.
Cerimonia Buriatia
Il rituale, che si svolgerà intorno al Fuoco Sacro, prevede l’offerta al luogo come gestualità e simbolo che relaziona l’uomo con tutto ciò che lo circonda e che richiama all’ordine cosmico.
Maria Pia ci guiderà con la cerimonia sulle orme degli insegnamenti di Nadia Stepanova, sciamana nata in Siberia sulle rive del lago Bajkal. Presidente degli Sciamani della Buriazia e membro del Consiglio Interreligioso dell’UNESCO, è stata nominata “invocatrice degli Dei”, il più alto riconoscimento della tradizione sciamana buriata. Già prima della Perestrojka, nonostante i divieti del regime comunista, seguendo la sua visione, ha cominciato a far rinascere gli antichi riti portatori di armonia, equilibrio e pace. Si è dedicata a far conoscere anche all’Occidente l’anima dello sciamanesimo siberiano, basato sul rispetto dell’essenza spirituale dell’essere umano e della Natura.
Ogni rituale serve a ricollegarci prima di tutto con l’Invisibile Vivo che ci circonda, con la sua energia e presenza, a ricreare un ordine cosmico, a rinnovare un patto ri-equilibrato . E’ espressione principalmente di un linguaggio universale in cui l’elemento essenziale non è il “segno” ma il significato, il simbolo.
Gli Sciamanesimi (centrati sulla figura dello Sciamano che è semplicemente un mediatore, un “ponte”), non sono una Fede ( attività razionale) ma un “Sapere Ancestrale” e si esprimono con pratiche spirituali che sono alla base di tutte le religioni, in senso etimologico: religo, cioè ri-lego con il Sacro, segreto, (“sacer”= bosco oscuro, sconosciuto e incontaminato), il Divino, il Tutto, l’Uno che vive in ciascuno di noi , nella Natura e in tutto ciò che ci circonda.
Ciò che è più importante è la ri-connessione, ri-sentire ciò che ci permette di ri-conquistare la nostra integrità, superando le dicotomie separanti (Spirito/Materia, giusto/sbagliato, bene/male, …)
La consapevolezza di appartenere ad un unico genere l’Umanità, l’Adam, ad un unica Madre, la Terra, ad un unico Padre, l’ Eterno Cielo Blu e lavorare per il Rispetto della Vita, sotto qualsiasi forma essa si presenti, sia essa Acqua, Aria, Erba, Fiori, Piante, Animali, per la Pace e la Fratellanza .
Ciascun partecipante dovrà avere un copricapo (un foulard o una sciarpa o un berretto o un cappello) ; le donne avranno una gonna o un pareo o una camicia lunga; gli uomini, la cintura dei pantaloni.
Nessun partecipante nei quindici giorni precedenti deve essere stato al cimitero, o partecipato a funerali o matrimoni. Ciascun partecipante contribuirà portando delle offerte da donare ( vodka, latte, tè, biscotti, burro, riso, grano, lenticchie e altri legumi).
Cerimonia della Capanna Sudatoria
CERIMONIA della CAPANNA SUDATORIA
con RUDI TOFFETTI ci condurrà nella Capanna, nel calore della Madre Terra, nel Centro che tutto crea e tutto trasforma.
Un lavoro sciamanico di Ricerca, di Visione e di profonda rigenerazione, sulle orme del Cammino Rosso e del Cammino Druidico.
Onorando lo Spirito del Luogo e donando le nostre offerte, creeremo un spazio sacro di unione e di incontro per riconoscerci e costruire il nostro Tempio Interiore.
Un viaggio per connetterci con il nostro spazio interno sacro, ascoltare la Guida che accompagna la nostra vita quotidiana e spirituale.
Cerchio Sciamanico con Didjeridoo


L’esperienza sonora con il Didgeridoo ha come obiettivo quello di portare i partecipanti a vivere le vibrazioni sonore del didgeridoo – ancestrale strumento musicale di guarigione australiano in grado di produrre vibrazioni uniche – e di condivisione del silenzio in uno spazio dove spontaneamente emerge ciò che è nascosto nell’anima e nel corpo. Quello che avviene è una profonda connessione con sé stessi, con gli altri e una pulizia eterica che può portare a profonde guarigioni d’anima.
Marco Ferrante utilizza più Didgeridoo nei suoi incontri vibrazionali.
Grazie all’utilizzo di sonorità, ritmi e velocità differenti tocca nel profondo l’animo di ciascuno, crea delle potenti forze di guarigione e trasformazione, stimola, nei partecipanti al “cerchio”, il riallineamento energetico del corpo fisico, mentale e spirituale.
Il Didgeridoo è uno strumento musicale ancestrale, scoperto in natura, in grado di produrre vibrazioni dalle proprietà uniche, grazie all’onda scalare che è in grado di “pulire”, etericamente, i nostri corpi aurici.
I diversi livelli di percezione coinvolgono corpo e mente: il corpo avverte il calore dell’aria, l’odore del legno, la vibrazione che lo accarezza in modo sottile; i muscoli e gli organi interni, in generale tendono a rilassarsi, ricercando il loro naturale equilibrio.
La mente si acquieta, la ripetitività del ritmo portato avanti per decine di minuti favorisce una sorta di “vuoto mentale” che aiuta nella pratica della meditazione.
L’utilizzo del Didgeridoo nasce tra gli aborigeni dell’Australia settentrionale; questo strumento, grazie anche alla sua naturalità e semplicità, (ricavato dal tronco cavo di un albero scavato dalle termiti), insieme alle sue peculiarità di guarigione e meditative, è giunto fino a noi così com’era ai suoi primordi, databili probabilmente tra i 2 mila ed i 15 mila anni fa.
Didgeridoo è una parola di origine onomatopeica. Può essere in legno di eucalipto o in bambù.
Questo strumento in Australia viene indicato con almeno cinquanta nomi diversi, a seconda delle etnie che popolano il paese come yidaki e mago, rispettivamente della Terra di Arnhem nordorientale e occidentale, djalupu, djubini, ganbag, gamalag, maluk, yirago, yiraki.
Il Tatuaggio nell’Arte Sciamanica
Nell’Epoca Contemporanea, il Tatuaggio Sciamanico.
Quello del tatuatore è un ruolo di responsabilità, spesso praticato da medici o saggi sciamani, scopritori e conoscitori dell’io e delle connessioni tra le persone e il tutto. Oltre la pelle, il tempo e la stessa vita di chi lo indossa, il Tatuaggio accompagnava le popolazioni Nomadi da sempre. I Nomadi avevano un numero ristretto di beni materiali da poter portare con se, i tatuaggi non si perdono.
Nelle società tribali il tatuaggio era da considerarsi un traguardo, rito di passaggio. Nella società criminale siberiana il tatuaggio va sofferto.
Rito di passaggio perché cerca di sigillare la porta mentre ti aiuta ad aprirla, il fatto del bucare la pelle fa uscire qualcosa da dentro, serve a “sfogare, sfiatare, sbuffare via” per tornare più o meno all’equilibrio.
L’immaginario di tatuaggio nella società contemporanea è lo stesso che nell’antichità legava il tatuaggio ai barbari. Siamo cresciuti con l’idea che il tatuaggio dovesse appartenere al galeotto, al marinaio, l’estraneo, l’alieno. Alienato, di conseguenza emarginato, non compreso o condiviso.
Nella società moderna parlare di tatuaggio sciamanico può rendere l’idea di qualcosa di poco tangibile ma reale.
Ad un certo punto il tatuaggio arriva, non qui e ora ma da quel punto in poi non si torna più indietro: il tatuaggio diventa il metro di paragone, il punto di partenza, la vetta da scalare e la soglia da varcare. E si ritorna cambiati, la morte dell’individuo nella nascita di un altro.
La differenza è nelle intenzioni, valorizzando il tatuaggio come mezzo per arrivare a se stessi, non come fine e punto di arrivo.
Spesso il dolore legato alla pratica ti fa più o meno forte, tollerante: rinnova il contatto con la terra e il qui ed ora, pur muovendosi in una dimensione indefinita dove spazio e tempo diventano relativi.
In forme diverse e in posti diversi ma contemporaneamente, come vaccino per il tempo nella memoria primordiale del legame con il nostro io profondo.
Temascal, capanna sudatoria dedicata alle Donne
“Nella capanna di sudore, il sacro grembo della madre terra, la mente, le emozioni, il corpo e lo spirito si danno appuntamento per intraprendere il volo magico della coscienza. Nella sua cavità, in quell’utero caldo, le maschere dell’ego si dissolvono e si trasformano in un fiume cristallino che, cantando, attraversa i quattro mondi della creazione: l’aria, il fuoco, l’acqua e la terra. Il temascal ha un’origine antichissima: la sua presenza è stata ritrovata nelle quattro direzioni del pianeta come pratica curativa, mistica e iniziatica in moltissime tradizioni ancestrali. Nel suo sacro ventre, si confermano matrimoni, si purificano le donne dopo le doglie del parto, si ricevono i neonati, si fa pace nelle dispute, si celebra la vita, si curano disarmonie del corpo e dell’anima, si offrono canti e si stringono nella preghiera e nell’intento le famiglie allargate. La medicina del temascal, oggi, s’inserisce tra le più potenti pratiche sciamaniche. A lei ricorre il Tolteca quando il cuore glielo indica. ”
Tratto da: Pratiche Sciamaniche, la via della conoscenza silenziosa – Alessandra Comneno e Maurizio Balboni -Anima Ed. 2013
Le donne si riuniscono in cerchio nell’intimo abbraccio del Temascal, il grembo accogliente della Madre Terra, per accogliere la medicina dei quattro elementi, per esplorare il lato intuitivo e non addomesticato del femminile e per dedicarsi uno spazio di cura e sorellanza. Durante la cerimonia, ancorate all’utero della Madre Terra, rinasceremo a noi stesse, purificando il nostro mondo percettivo e onorando con intento il nostro corpo di donne.
Alessandra Comneno
Meditazione in movimento: musica e danza azteca
Meditazione in movimento: equilibrio del corpo e della mente attraverso la musica e la danza azteca
CON EMILIO – AHAU KAN CULTURA
La danza azteca è legata indissolubilmente al Messico pre-ispanico; la sua pratica genera benessere fisico e mentale, un’apertura verso forme diverse di movimento, e ci avvicina più direttamente alla cosmovisione della cultura dell’Anahuac, alla filosofia Tolteca, nahuatl.
La danza azteca risveglia e sviluppa alcune delle più importanti facoltà umane (fondamentali per la vita in tutti i suoi ambiti): l’osservazione, l’attenzione, la memoria,la coordinazione psicomotoria, i riflessi, la creatività, la resistenza e la forza fisica-psicologica, la salute fisica, la disciplina, lo spirito collettivo e l’autocontrollo. In essa e durante la sua esecuzione viene generata un’energia collettiva, la stessa che regola il funzionamento intrinseco del cosmo: l’individuo è ed esiste solo in funzione e grazie agli altri in un’unione sinergica. La danza si traduce pertanto in una ulteriore pratica meditativa di centratura del sé, di contatto con il mondo irrazionale e di unione con il non Sé.
La vibrazione prodotta dal suono (vocale o musicale) genera energia incidendo direttamente sul metabolismo, sul sistema ormonale, e sul sistema nervoso. Il battito del cuore della madre che percepiamo durante i nove mesi di gestazione e che riflette una vibrazione a noi familiare , lo possiamo riconoscere nel suono del tamburo lasciandoci pervadere immediatamente da un’onda sonora di fratellanza collettiva. Se a questo vengono aggiunti suoni che riconosciamo in natura come l’acqua, il vento, il movimento strisciante del serpente, il canto dell’aquila, la poggia, ecco che la voce ed il movimento corporeo si traducono in elementi complementari alla generazione di un momento altro, estatico, in cui si può far esperienza di qualcosa d’altro.
In xochitl in cuicatl
“In xochitl in cuicatl”
La tradizione tolteca attraverso i canti e la musica
DESCRIZIONE
Esisteva la musica in Messico prima dell’arrivo degli spagnoli? In che modo e attraverso quali strumenti si esprimeva la sacralità e il senso di gratitudine verso Ipalnemohuani, la forza creatrice, e come percepiamo oggi, noi uomini moderni, quelle sonorità germogliate da uomini vissuti migliaia di anni fa?
Sembra che la storia della musica preispanica sia stata cancellata con il passare dei secoli e con la negazione di un mondo musicale che molto aveva da trasmettere. Ma gli antichi, i poeti e i grandi saggi ci hanno tramandato un messaggio inconfondibile: “In xochitl in cuicatl”, fiori e canti. I fiori e i canti risorgeranno nel Sesto Sole, il Sole dell’equilibrio, in cui predominerà l’influsso di Quetzalcoatl dove regneranno la pace e la saggezza.
Scopriremo che in Mesoamerica fiorirono culture musicali eterogenee: sia i suoni dell’ambiente naturale che la musica strumentale e vocale erano strettamente legati a concetti religiosi. Mentre l’origine degli strumenti musicali possedeva radici mitologiche, il suono degli strumenti più sacri era percepito come la voce degli Dei. Considerati come recipienti divini, gli strumenti erano trattati con grande rispetto, tanto che gli venivano dedicati templi e altari dove venerarli a fianco di sculture che rappresentavano la musica e la danza. Anche in questo caso la musica e la filosofia Tolteca parleranno l’una dell’altra in un connubio inscindibile.