Sahumadoras – iniziazione all’arte dei fumi sacri

𝐄𝐯𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐂𝐡𝐚𝐤𝐚𝐢𝐫𝐨𝐬, 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐨𝐧𝐧𝐞

𝙎𝙖𝙝𝙪𝙢𝙖𝙙𝙤𝙧𝙖𝙨 – 𝙞𝙣𝙞𝙯𝙞𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙙𝙚𝙞 𝙛𝙪𝙢𝙞 𝙨𝙖𝙘𝙧𝙞

 
Dopo un anno di attesa, ritorna a grande richiesta l’evento di tre giorni per apprendere e praticare l’arte dei fumi e degli incensi, così come ci viene tramandata da antiche conoscenze.
 
Dal 9 all’11 maggio ci troveremo in una location davvero speciale, immersa nella natura dell’appennino umbro marchigiano, per apprendere come utilizzare il Sahumador nella vita di tutti i giorni, per purificare gli ambienti, le persone e gli oggetti.
 
Con la guida sapiente di Yami e Andrea, dalla Colombia, creeremo un momento di condivisione unico e profondo, tutto al femminile, riceveremo la nostra coppa personale, e saremo trasportate nel magico mondo delle erbe.
 
Max 25 posti
 
Per info e iscrizioni

MARIAE

MARIAE “e facenno canoscere alla gente de lo munno ca l’ommo sapio dommena le stelle.”

Maria Piscopo in concerto con Alessandro Ottaviani

” MARIAE” è un PROGETTO musicale che si occupa di ricerca e recupero di tradizioni popolari musicali e coreutiche della propria terra e di tutto il Sud Italia. Concretizza l’incontro ed il confluire di diversi percorsi esperienziali, culturali, di studio e di ricerca sul campo.

Il repertorio si articola attraverso la tradizione musicale popolare ed etnocoreutica del Sud Italia e comprende Tammurriate vesuviane, Canti della tradizione campana, Tarantelle irpine, Tarantelle cilentane, Pizziche-Pizziche salentine e musiche originarie di vari territori del Sud.
Gli strumenti usati nei concerti sono quelli tipici della cultura popolare: I mantici (fisarmonica e organetti), i tamburi a cornice italiani (tammorra e tamburello), castagnette e diversi tipi di percussione.

MARIAE raccoglie, e si propone di aggregare, alcuni fra i più validi talenti della musica popolare campana degli ultimi anni, punto di riferimento per suonatori e danzatori dell’ultima generazione.

Il Fuoco del Drago: archetipo ancestrale che attraversa culture e millenni.

Il Fuoco del Drago: archetipo ancestrale che attraversa culture e millenni.

Fin dalla notte dei tempi, il Drago ha solcato i cieli della mitologia, infiammando l’immaginario di culture diverse. Custode di tesori inestimabili e arcano portatore di fuoco primordiale, il drago rappresenta un enigma affascinante che attende di essere svelato.

Intraprenderemo un viaggio alla scoperta della simbologia del Drago. Esploreremo le sue rappresentazioni, sviscerando il suo significato e il suo ruolo nelle fiabe e nelle leggende.

Ma soprattutto, tutto questo per farvi chiedere: “che ruolo ha il Drago all’interno di me e della mia vita?

Xuculem, Cerimonia Maya Del Fuoco

Nella millenaria tradizione dei Maya, la cerimonia del fuoco è un rituale sacro condotto dagli ajq’ij, i sacerdoti custodi della conoscenza ancestrale. Attraverso il fuoco, essi cercano il contatto con il Divino per ristabilire l’armonia interna ed esterna. Gli ajq’ij modulano l’energia divina invocando le 20 forze del Calendario Sacro per entrare, insieme alla comunità riunita, in uno stato di consapevolezza intensa.
Le cerimonie possono essere di ringraziamento, di petizione o di passaggio, collettive o individuali.
Attorno al Fuoco Sacro possono essere eseguite pratiche di curanderismo.

Il Fuoco delle Stelle: Maya e miti di creazione

Xibalbà, il mondo degli spiriti e dei sogni maya, era collocato nei regni acquatici dei cenote messicani o del lago Atitlàn in Guatemala. Contemporaneamente si trovava nella volta celeste. La zona del cielo
corrispondente al triangolo tra Alnitak, Rigel e Saiph era chiamata dagli antichi Maya ‘Ti-Chan’, ovvero la Bocca del Cielo’. Secondo la visione cosmogonica dell’antichità, prima ancora che testi mitici fondamentali quali il Popol Wuj venissero scritti, è da lì che proviene il “progetto umano” e, in ultima analisi, tutta la Creazione.
Dalla Bocca del Cielo, gli ah-kin, gli astronomi e profeti del passato, ricevettero una ricchissima mitologia, saggia conoscitrice dell’anima umana, una cosmovisione e una ritualità. In breve: ricevettero la
cultura e con questa costruirono una grande civiltà, tutt’ora in grado di sorprendere sia gli occidentali quanto i suoi stessi discendenti.
In questa conferenza esploreremo le connessioni tra Orione, le Pleiadi, l’astrologia e la spiritualità Maya, offrendo un quadro più ampio della comprensione cosmologica e culturale dei Maya del passato e di oggi.

Cerimonia del solstizio d’estate, attraverso il fuoco nel Mediterraneo

Nella cultura agro-pastorale del nostro mediterraneo l’elemento del fuoco è presente in diversi rituali e cerimonie della ruota dell’anno.
Incontreremo la sua fiamma durante la Cerimonia del Solstizio d’estate, momento di massima potenza della luce solare.
Il Sole del solstizio estivo ha un influsso benefico su tutti i fiori, le erbe, gli alberi, le pietre, l’acqua, a testimoniarlo le tante usanze connesse alla notte di San Giovanni Battista. Il Solstizio d’estate non è soltanto quel periodo in cui il Sole raggiunge la sua massima declinazione positiva sullo zodiaco celeste. “Porfirio scriveva che i solstizi sono simboli del passaggio o del confine fra il mondo dello spazio e lo stato dell’aspazialità, fra il mondo soggetto al tempo e all’eternità. Dalla prima porta solstiziale, quella estiva, si penetra infatti nel mondo delle genesi e della manifestazione individuale, da quella invernale si accederà agli stati sovraindividuali.” (Florario – A. Cattabiani)
Entrambe i solstizi sono dedicati a Giano bifronte, dio delle porte.
Accenderemo un fuoco con erbe solstiziali e attraverseremo il cerchio-porta per risvegliare la natura selvaggia e ribelle di cui Prometeo ci fece dono ai primordi.
Libereremo le sue catene con preghiere, canti e suoni e la luce vincerà le tenebre.

Inti Raymi – Quilla Raymi, Cerimonia di Despacho Andino

Cerimonia del Despacho: Il Despacho, o Haywarisqa, è un rituale di offerta che viene tuttora praticato da millenni dai popoli indigeni delle Ande peruviane per creare una relazione di scambio di energie con le forze viventi della Natura e del Cosmo con reciproco beneficio, per entrare in armonia con esse e ricevere di conseguenza tutta l’abbondanza e l’energia di cui abbiamo bisogno per un nostro intento, un nostro progetto, la nostra guarigione o semplicemente il nostro sviluppo. Con una composizione di offerte che verrà poi inviata agli elementi del cosmo e del territorio, potremo stabilire con essi una connessione energetica personale da cui possiamo trarre i benefici che chiediamo. Per concludere la cerimonia verremo infine purificati e riceveremo la connessione per integrare le benedizioni e l’energia generata dal rituale.

Inti Raymi – Quilla Raymi: Nelle date del Chakaruna di quest’anno potremo celebrare insieme il cosiddetto Inti Raymi o Raimi ossia la festa del Sole per la tradizione Inka, tradizionalmente coincidente con il solstizio invernale australe e festeggiato nella città sacra del Cusco dal 21 al 24 giugno circa, mentre per noi in Europa sarà il solstizio estivo boreale. In ogni caso è il momento dell’anno in cui ci si può connettere in modo più chiaro e potente con il nostro Padre Sole o Tayta Inti, trovandosi in una delle posizioni culminanti del suo ciclo rispetto alla Terra. Il Sole è considerato il fuoco ancestrale o originario, da cui ogni fuoco in terra ha avuto origine, l’equivalente nel piano cosmico del nostro focolare domestico. Inoltre il solstizio di quest’anno coinciderà anche con la Luna piena, per cui sarà un occasione unica per celebrare anche la nostra Mama Quilla, la madre Luna come parte complementare, femminile a materna del fuoco o Luce cosmica. La cerimonia del despacho in questa occasione si concentrerà quindi sulla connessione con questi due astri della nostra famiglia cosmica, che nella tradizione Inka hanno sempre incarnato gli archetipi originari del maschile e femminile sacri, realizzati e divini, che illuminano le qualità maschili e femminili di ogni elemento in terra nella natura e negli esseri umani.

Yagya: La Cerimonia Vedica del Fuoco

Yagya: La Cerimonia Vedica del Fuoco
 
agnim īḍe purohitaṃ yajñasya devam ṛtvijam hotāraṃ ratnadhātamam

Ad Agni  (fuoco) rivolgo questi mantra, al divino officiante del rito, all’invocatore che più di tutti porta ricchezze. » Così ha inizio il RigVeda, il testo più antico della filosofia vedica.

Dalla radice yaj che vuol dire “offrire”, “sacrificare”, questo rituale importantissimo della tradizione Vedica, pre-induista è descritto nei testi dei Veda e viene performato in diversi contesti
vengono principalmente celebrati per ottenere la liberazione dal karma e dalle afflizioni, e per portare pace, prosperità, felicità ed unità.
Agni, è il grande trasformatore e rappresenta la fiamma della nostra aspirazione che brucia nel centro del cuore, è l’unione del mondo visibile e invisibile, colui che trasforma la materia. Meditando sul fuoco impariamo a concentrarci sul Divino nella Sua forma di Luce.
 
Yagya è un rituale collettivo, volto a purificare tutti gli ostacoli interni ed esterni, che velano in noi la luce della conoscenza, rappresentata dal fuoco.

Il Ballo Meridiano

Laboratori di Danze tradizionali del Sud Italia: Le Tammurriate e le Tarantelle di area campana.
Le danze tradizionali dell’Italia meridionale nella loro complessità eziologica conservano un collante: il loro tratto comune è l’alterità. Come la lingua parlata, il gesto coreutico rappresenta il sedimento di una cultura identitaria e rappresenta ogni più piccolo aspetto della peculiarità antropologica di tali territori.
Nello specifico dell’excursus fra le tammurriate vesuviane e le tarantelle di area campana, tale premessa diviene il motivo conduttore di introduzione, studio e approfondimento alla ricerca, oltre che di un generale star bene insieme e star bene danzando, di una riconoscibilità, di un significante
espressivo che ci rincongiunga alla matrice delle nostre passioni.
Le tammurriate (agro-nocerino sarnese; dell’Avvocata; pimontese) ci condurrano alla scoperta di tre elementi topici dell’etnopsicologia
popolare vesuviana:

  1. l’asse accoglienza/conflitto;
  2. l’asse religiosità comunitaria/ritualità pagana;
  3. l’asse ritmico binario/ternario.

In ciascuna delle manifestazioni coreutiche locali del ballo sul tamburo questi tre assi si alternano in evidenza caratterizzandone l’ essenza.
Nella grande famiglia delle cosiddette tarantelle di area campana tratteremo: la festa liberatoria dei rituali carnascialeschi delle tarantelle irpine, la tarantella alla Montemaranese; l’amore come costante ispirazione della coesione comunitaria delle tarantelle garganiche; l’ancestrale paganesimo delle tarantelle pastorali appenniniche e in particolare del Cilento e del monte Pollino.

V U L C A N A !

V U L C A N A !

Musiche,canti,danze,cunti,tamburi e voci, storie vere e verosimili fra Etna e Vesuvio e altre affinità delle Due Sicilie

Lo spettacolo VULCANA!, un’idea originale di Maria Piscopo e Francesco Salvadore, racconta attraverso il repertorio musicale, coreutico e cuntistico della tradizione popolare siciliana e campana, il rapporto speculare, le affinità e le apparenti differenze dei topos di queste due meravigliose terre benedette dai vulcani. I due interpreti, in una vertigine di canti e recitativi che si susseguono e si rincorrono nelle due lingue, tracciano l’intreccio coloristico di due identità personali che si incontrano e di due identità culturali distinte ma unite sul piano storico e  antropologico e che da sempre rappresentano i due poli attrattivi di tutto il Sud Italia.
VULCANA! è un recital e un atto unico, un concerto e un reading, ma soprattutto uno spettacolo godibile in cui due esponenti di rilievo della musica popolare siciliana e campana giocano con abilità e convinzione a rincorrersi l’uno nel territorio dell’altra, ed il cui esito è di sicuro ed ampio interesse per un pubblico che travalica quello di nicchia della musica tradizionale.